I tajarin sono uno dei piatti più emblematici del Piemonte, in particolare delle Langhe. Questa sottile pasta all’uovo si distingue per la sua intensità di sapore e il caratteristico colore giallo dorato, derivante dall’uso “generoso” dei tuorli d’uovo. Scopriamo insieme le origini di questo piatto tradizionale e la ricetta che prevede l’uso di ben 30 tuorli (alcuni addirittura ne usano 40!!!!).
Le origini dei tajarin
Nelle Langhe, i tajarin rappresentano una vera e propria istituzione culinaria. Sin dal Medioevo questa pasta veniva preparata in occasioni speciali, come matrimoni e festività, quando l’abbondanza di tuorli simboleggiava prosperità e fortuna. La ricetta dei tajarin si è tramandata di generazione in generazione, rimanendo quasi immutata nel tempo e continua a essere apprezzata per la sua semplicità e raffinatezza.
Tradizionalmente, i tajarin venivano serviti con condimenti semplici come burro fuso e salvia, oppure con ragù di carne o frattaglie. Oggi sono spesso accompagnati dal pregiato tartufo bianco d’Alba, che ne esalta il sapore unico e delicato.
La ricetta dei tajarin con 30 tuorli
Preparare i tajarin nella maniera tradizionale richiede pochi ingredienti, ma una grande attenzione al dettaglio. La particolarità di questa ricetta risiede nell’utilizzo di 30 tuorli d’uovo per ogni chilo di farina, che conferisce alla pasta una consistenza ricca e un sapore inconfondibile.
Ingredienti:
- 1 kg di farina (preferibilmente una miscela di farina 00 e semola rimacinata di grano duro)
- 30 tuorli d’uovo freschi
- un cucchiaio di vino bianco (opzionale)
- un pizzico di sale
Preparazione:
- Impastare gli ingredienti: disponete la farina a fontana su una spianatoia. Al centro, versate i tuorli d’uovo e aggiungete un pizzico di sale. Iniziate a impastare con una forchetta, incorporando gradualmente la farina.
- Lavorare l’impasto: impastate energicamente con le mani per circa 20 minuti fino a ottenere un composto liscio ed elastico. Questo passaggio è fondamentale per sviluppare la giusta consistenza.
- Lasciare riposare: coprite l’impasto con un canovaccio e lasciatelo riposare a temperatura ambiente per almeno 30 minuti.
- Stendere e tagliare la sfoglia: stendete l’impasto con un mattarello o una macchina per la pasta fino a ottenere una sfoglia sottilissima (circa 1 mm di spessore). Arrotolate la sfoglia e tagliatela in strisce sottili di circa 1-2 mm, separandole con cura.
- Cuocere i tajarin: portate a ebollizione abbondante acqua salata. Cuocete i tajarin per circa 1 minuto, finché non risultano al dente.
Come gustare i tajarin
I tajarin sono perfetti con burro fuso e scaglie di tartufo bianco d’Alba, un connubio che esalta i sapori della tradizione piemontese. Potete anche servirli con un ragù di carne o con sughi più leggeri a base di verdure di stagione. Ermanno ne fa una versione con pomodorini datterino del nostro orto, pinoli tostati e gamberoni rossi di Mazara del Vallo che sono da svenimento! Secondo me, anche solo con il burro sono eccezionali! Se poi avete un burro d’alpeggio o un burro di centrifuga (più semplice da trovare), vi leccherete anche le dita!
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La cucina delle Langhe è un viaggio tra sapori e tradizioni senza tempo. I tajarin, con la loro semplicità e autenticità, sono solo una delle tante espressioni culinarie che puoi scoprire durante il tuo soggiorno nelle Langhe. Continuate a seguire il blog di Cascina Facelli per esplorare altre ricette tradizionali e per trovare ispirazione per la vostra prossima visita!
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