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  • Il Museo delle Mondine: la memoria delle risaie nel cuore del Piemonte

    Nel cuore della pianura piemontese, a Livorno Ferraris (Vercelli) nella tenuta Colombara, il Museo delle Mondine è un omaggio alla storia e alla cultura delle mondine, le lavoratrici delle risaie che hanno segnato un’epoca e un pezzo importante della storia italiana. Questo museo racconta una storia di fatica, sacrificio e coraggio, e vi permetterà di scoprire un aspetto spesso dimenticato della tradizione contadina del Piemonte.

    La Storia delle Mondine

    Le mondine erano le donne che, fino alla metà del XX secolo, lavoravano nelle risaie allagate della Pianura Padana, specialmente nelle province di Vercelli, Novara e Pavia. Questo lavoro, estremamente duro, richiedeva ore trascorse nell’acqua per trapiantare le piantine di riso, un compito faticoso e ripetitivo che veniva spesso svolto in condizioni difficili. Oltre al lavoro fisico, le mondine hanno rappresentato anche una figura simbolo per le lotte sociali e i diritti dei lavoratori, diventando protagoniste di canti popolari e film.

    Il museo è stato fondato per preservare e raccontare la memoria di queste donne il cui lavoro ha contribuito in modo significativo alla produzione di riso italiano e alla cultura contadina locale. Tra oggetti, attrezzi e fotografie, il Museo delle Mondine sarà un viaggio commovente nella storia sociale e culturale del Piemonte.

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    Cosa vedere al Museo delle Mondine

    Il Museo delle Mondine offre un’esposizione ricca di testimonianze e reperti storici legati alla vita delle mondine. Tra gli oggetti esposti si trovano strumenti di lavoro utilizzati nelle risaie come rastrelli, zappe e cesti di vimini. Ma saranno le fotografie d’epoca che vi racconteranno il duro lavoro quotidiano e i momenti di svago delle mondine, mentre i video e le registrazioni audio vi permetteranno di ascoltare i canti tradizionali che queste donne intonavano per sostenersi durante le lunghe ore di lavoro.

    Una delle sezioni più affascinanti del museo, infatti, è quella dedicata ai canti delle mondine, che sono diventati un simbolo della loro resistenza e unità. Questi canti, tramandati di generazione in generazione, rappresentano un patrimonio culturale unico e, ascoltarli tra le sale del museo, è un’esperienza emozionante che vi riporterà a un’epoca lontana.

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    Esperienze didattiche ed eventi

    Il Museo delle Mondine è sicuramente un luogo espositivo, ma è anche un centro culturale che organizza eventi e attività didattiche. Durante l’anno, vengono organizzate visite guidate e laboratori per le scuole, dove i ragazzi possono imparare la storia delle mondine e comprendere l’importanza di valori come il lavoro e la solidarietà.

    Inoltre, il museo collabora con associazioni locali per celebrare eventi legati alla tradizione delle risaie, come la raccolta del riso e le feste della mietitura. Questi eventi vi offriranno la possibilità di vedere da vicino le tecniche tradizionali di coltivazione e di comprendere come la cultura delle mondine abbia influenzato profondamente la storia del Piemonte e della Pianura Padana.

    Come raggiungere il Museo delle Mondine

    Il Museo delle Mondine si trova a Vercelli, città facilmente raggiungibile in auto o treno da Torino e Milano. Il museo è aperto al pubblico tutto l’anno, ma vi consiglio di verificare gli orari di apertura e prenotare la visita per garantirvi l’accesso. Il museo è situato nel centro storico della città, rendendo la visita comoda anche per chi desidera esplorare le altre attrazioni di Vercelli.

    Perché visitare il Museo delle Mondine

    Il Museo delle Mondine è molto più di un semplice museo: è un luogo di memoria e di identità, che racconta la storia di donne forti e determinate, il cui lavoro ha contribuito a plasmare la cultura e l’economia della regione. Una visita al museo è una commovente opportunità per riscoprire un pezzo di storia italiana e per riflettere sui valori di sacrificio e comunità che hanno caratterizzato la vita nelle risaie piemontesi, non perdetevelo!

    Alla prossima!

  • Il “Presepe Gigante” di Mosso: un Natale a grandezza naturale nelle valli biellesi

    Nel cuore delle valli biellesi, il piccolo borgo di Mosso ospita ogni anno un evento che incanta adulti e bambini: il Presepe Gigante. Questa straordinaria rappresentazione della Natività, con figure a grandezza naturale, è diventata una delle principali attrazioni natalizie della zona, trasformando il paese in un vero e proprio villaggio di Natale. Stai cercando un’esperienza unica per il periodo delle feste? Mosso è una tappa imperdibile!

    La storia del Presepe Gigante

    Il Presepe Gigante di Mosso nasce dalla volontà della comunità locale di celebrare il Natale in modo speciale, offrendo una rappresentazione della Natività che fosse non solo una celebrazione religiosa, ma anche un evento artistico e culturale. Negli anni, il presepe è cresciuto in dimensioni e importanza, attirando sempre più visitatori, fino a diventare una vera tradizione per la regione.

    Le figure del presepe, realizzate a mano da artisti locali, sono a grandezza naturale e rappresentano i personaggi classici della Natività e anche scene di vita quotidiana del passato, creando un legame tra la tradizione religiosa e la cultura contadina delle valli biellesi. Il risultato è un presepe che racconta sia la storia di Betlemme che quella della comunità che lo realizza ogni anno.

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    Un'esposizione a cielo aperto

    Uno degli aspetti più affascinanti del Presepe Gigante di Mosso è il fatto che l’intero borgo diventa parte della scenografia: le figure sono disposte lungo le strade e le piazze del paese creando un percorso che vi guiderà attraverso la storia della Natività. Camminare tra le figure è come fare un viaggio nel tempo, con la suggestiva cornice del paesaggio invernale delle valli biellesi che aggiunge un ulteriore tocco magico all’esperienza.

    Ogni anno, nuove scene e personaggi vengono aggiunti, rendendo il presepe sempre diverso e offrendo ai visitatori la possibilità di scoprire qualcosa di nuovo a ogni edizione. Questo continuo rinnovamento mantiene viva la tradizione e garantisce che l’evento rimanga fresco e interessante!

    Presepe Gigante forno pane
    Presepe Gigante il trasloco

    Quando visitare il Presepe Gigante di Mosso

    Il Presepe è solitamente allestito a partire dai primi giorni di dicembre e rimane visitabile fino all’Epifania. Durante questo periodo, il paese si anima di eventi e iniziative legate al Natale, con mercatini, concerti e celebrazioni religiose che rendono l’atmosfera ancora più coinvolgente.

    La visita al presepe è gratuita e, grazie alla sua ubicazione, può essere combinata con una bella passeggiata in natura o con una visita ai castelli ed ai borghi della zona.

    Come raggiungere Mosso

    Mosso è facilmente raggiungibile in auto, situato a circa 30 minuti da Biella e a meno di due ore da Torino. Il borgo è ben segnalato e, durante il periodo natalizio, vengono allestite aree parcheggio per accogliere i numerosi visitatori. Il percorso attraverso il paese è semplice e ben organizzato: questo renderà la vostra visita piacevole e senza stress!

    Alla prossima!

  • Il Labirinto sotterraneo di Balme: un mistero nascosto nelle Alpi piemontesi

    Nelle suggestive Alpi Graie, il piccolo borgo di Balme, in provincia di Torino, custodisce un segreto affascinante: un labirinto sotterraneo avvolto nel mistero. Questo dedalo di gallerie scavate nella roccia naturale offre un’esperienza unica, ideale se siete amanti dell’avventura e del mistero. Esplorare il labirinto di Balme è come entrare in un altro mondo, dove la natura e la storia si intrecciano in un’atmosfera carica di fascino.

    La storia del Labirinto di Balme

    Il labirinto sotterraneo di Balme è un sistema di gallerie naturali e artificiali che si snodano nel sottosuolo di questo antico borgo alpino. Si narra che alcune delle gallerie siano state utilizzate nei secoli passati come rifugio o nascondiglio dagli abitanti locali, mentre altre avrebbero origini ancora più antiche, forse legate a culti o attività minerarie.

    Il labirinto non è solo un luogo fisico, ma anche uno scrigno di leggende e storie tramandate nel tempo: gli anziani del villaggio raccontano di gallerie che conducono a luoghi misteriosi, di passaggi nascosti che collegano diverse aree del borgo e di antichi segreti che le rocce sembrano custodire gelosamente.

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    Un’avventura sottoterra

    Esplorare il labirinto di Balme è un’esperienza emozionante che richiede un minimo di preparazione e spirito d’avventura. Il percorso è caratterizzato da strette gallerie, cunicoli che si aprono in ampie camere naturali e passaggi che si snodano in profondità nel cuore della montagna. Alcune sezioni del labirinto sono facilmente accessibili anche per i principianti, mentre altre richiedono l’accompagnamento di guide esperte e attrezzature specifiche​.

    Durante l’esplorazione, potrete osservare le incredibili formazioni rocciose e le tracce lasciate dal tempo e dall’acqua. Le pareti della grotta raccontano storie di millenni di erosione, mentre l’eco dei passi e il silenzio profondo creano un’atmosfera unica.

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    Esperienze didattiche e visite guidate

    Il labirinto di Balme è una destinazione perfetta anche per le famiglie e i gruppi scolastici. Sono disponibili visite guidate organizzate da esperti speleologi che accompagnano i visitatori in un percorso sicuro e ricco di informazioni sulla geologia e la storia del labirinto. Durante il tour, è possibile apprendere come si sono formate le gallerie, quali creature vivono nelle grotte e quali leggende circondano questo luogo affascinante.

    Per i più piccoli, vengono organizzati laboratori e attività educative, che trasformano l’esperienza in un’occasione di apprendimento e divertimento. Questi programmi offrono un’introduzione alla speleologia, insegnando i fondamenti dell’esplorazione sotterranea in modo interattivo e coinvolgente.

    Come raggiungere il Labirinto di Balme

    Balme si trova a circa 60 chilometri da Torino, facilmente raggiungibile in auto o con i mezzi pubblici. Il labirinto è situato nelle vicinanze del borgo e l’ingresso è ben segnalato. Si consiglia di indossare abiti comodi e scarpe da trekking e di portare con sé una torcia e una giacca impermeabile, poiché l’interno delle grotte può essere fresco e umido.

    Perché visitare il Labirinto di Balme

    Il labirinto sotterraneo di Balme è molto, molto più di un semplice luogo da esplorare! E’ un’avventura che stimola l’immaginazione e offre l’opportunità di scoprire un lato nascosto del Piemonte. Che siate appassionati di speleologia o semplicemente alla ricerca di un’esperienza unica, questo luogo vi lascerà senza fiato. Il connubio tra mistero, storia e natura rende il labirinto di Balme una meta imperdibile per chiunque ami uscire dai sentieri battuti.

    Alla prossima!

  • Grotta Gino a Moncalieri: un viaggio nel cuore della Terra

    Situata sulle colline torinesi, Grotta Gino è uno dei luoghi più affascinanti e meno conosciuti di Moncalieri. Questa cavità naturale è un’attrazione perfetta per gli amanti della speleologia e per chiunque desideri vivere un’avventura sotterranea a contatto diretto con la natura. La grotta offre una straordinaria occasione per esplorare il mondo sotterraneo, con formazioni rocciose uniche e un’atmosfera carica di mistero.

    Storia e caratteristiche della Grotta Gino

    Grotta Gino è una formazione naturale che si è sviluppata nel corso dei millenni grazie all’erosione dell’acqua. Il continuo scorrere delle acque sotterranee ha scavato e modellato questa grotta, creando affascinanti stalattiti e stalagmiti che decorano le sue pareti. Il nome “Gino” si dice provenga da un antico abitante della zona che per primo esplorò e fece conoscere la grotta agli appassionati di speleologia locali.

    La grotta è caratterizzata da un sistema di gallerie e cunicoli che si snodano per diverse centinaia di metri nel sottosuolo, offrendo un livello interessante anche se siete degli esploratori esperti. Le sue formazioni calcaree e le camere interne creano un paesaggio surreale, lontano dalla luce del sole, che vi permetterà di vivere un’esperienza indimenticabile​

    Percorsi Monferrato

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    Un paradiso per gli appassionati di speleologia

    Grotta Gino è una meta particolarmente amata dagli speleologi grazie alla varietà di percorsi che offre. Alcuni dei cunicoli sono facilmente accessibili anche per i principianti, mentre altri richiedono attrezzature specialistiche e competenze avanzate. La grotta, pur non essendo tra le più grandi del Piemonte, offre comunque un’esperienza avventurosa e stimolante per chi desidera esplorare il sottosuolo e, per chi desidera esplorarla in sicurezza, sono disponibili guide specializzate che accompagnano i visitatori lungo i percorsi più affascinanti della grotta. Durante la visita, è possibile ammirare le formazioni naturali create dall’acqua e scoprire come l’ambiente sotterraneo sia in continua evoluzione, modellato da fenomeni geologici millenari​

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    Come visitare Grotta Gino

    Grotta Gino si trova a Moncalieri, poco distante da Torino, ed è raggiungibile in auto seguendo le indicazioni per le colline torinesi. La grotta è visitabile tutto l’anno, ma vi consiglio di prenotare la visita con anticipo, soprattutto se desiderate partecipare a un tour guidato. Durante la visita è necessario portare con sé attrezzatura adeguata, come caschetti e torce, poiché l’interno della grotta è completamente buio e alcune aree possono essere scivolose.

    Per chi non è abituato alle esplorazioni speleologiche, la grotta offre anche percorsi più semplici, adatti a famiglie e gruppi di amici in cerca di un’esperienza fuori dal comune. È una destinazione ideale per chi ama la natura e desidera scoprire i segreti del mondo sotterraneo​

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    Perché visitare Grotta Gino

    Esplorare Grotta Gino significa immergersi in un ambiente naturale straordinario, lontano dalla frenesia della vita quotidiana. È un luogo che vi trasporterà in un’altra dimensione, dove il tempo sembra fermarsi e il silenzio regna sovrano. Perfetta per una gita avventurosa, la grotta è un’esperienza che combina natura, geologia e storia in un mix perfetto per chi cerca qualcosa di diverso dal solito.

     

    Alla prossima!

  • Archibuseum a Garessio: un viaggio nell’arte dell’architettura

    Nel cuore delle Alpi Marittime, a Garessio, si trova un museo unico nel suo genere: l’Archibuseum. Questo piccolo ma affascinante museo è dedicato all’architettura e offre una visione dettagliata della storia e dell’evoluzione dell’arte del costruire. L’Archibuseum non è solo una raccolta di modelli e disegni, ma anche un punto di incontro per chi ama l’architettura, il design e la storia locale. Vediamo di scoprire cosa renderà questo museo una tappa imperdibile per voi, appassionati e curiosi.

    Un museo dedicato all’architettura

    L’Archibuseum è nato con l’obiettivo di promuovere la conoscenza dell’architettura e delle tecniche costruttive utilizzate in Piemonte e nelle Alpi Marittime. Il museo ospita una collezione di modelli architettonici, planimetrie e fotografie che documentano come l’architettura sia cambiata nel tempo, adattandosi ai materiali e alle tecnologie disponibili, oltre che alle esigenze della comunità.

    Grazie a un allestimento curato nei dettagli, potrete ammirare modelli di edifici storici e moderni, con una particolare attenzione all’architettura vernacolare delle montagne piemontesi. L’esposizione racconta come si costruivano case, ponti e strutture in pietra e legno, mostrando le soluzioni ingegnose sviluppate per affrontare le difficili condizioni climatiche della zona​

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    struttura archibuseum
    garessio

    Cosa vedere all’Archibuseum

    l museo è suddiviso in diverse sezioni tematiche ognuna delle quali approfondisce un aspetto specifico dell’architettura. Tra le esposizioni più affascinanti ci sono i modelli in scala di antichi edifici di Garessio e dei dintorni che mostrano i dettagli costruttivi e le tecniche utilizzate per edificare in zone montane. Un’altra sezione è dedicata all’architettura moderna, con modelli di edifici che hanno segnato il XX secolo, mettendo in luce il dialogo tra tradizione e innovazione.

     

    L’Archibuseum offre anche uno sguardo sull’architettura sostenibile e sulla bioedilizia con esposizioni che illustrano le nuove tecniche di costruzione ecocompatibili, una tematica sempre più importante in un’epoca di cambiamenti climatici e di ricerca di un futuro più sostenibile.​

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    ponte archibuseum garessio
    struttura garessio architettura

    Esperienze e attività per i visitatori

    Oltre alla visita alla collezione permanente, l’Archibuseum organizza laboratori e attività didattiche per bambini e ragazzi, dove possono imparare le basi dell’architettura e del design attraverso giochi e costruzioni. Questi laboratori sono particolarmente apprezzati dalle scuole della zona e rappresentano un’opportunità unica per avvicinare i giovani al mondo dell’architettura.

    Per gli adulti e gli appassionati, il museo offre workshop e incontri con esperti del settore, dove si discutono temi come l’urbanistica sostenibile e le sfide dell’architettura contemporanea. Gli eventi periodici e le conferenze organizzate all’Archibuseum fanno di questo museo un punto di riferimento per la comunità e un luogo di scambio culturale​.

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    Come raggiungere l’Archibuseum

    L’Archibuseum si trova a Garessio, un pittoresco borgo nelle Alpi Marittime, ed è facilmente raggiungibile in auto da Torino, Cuneo e Savona. La sua posizione tra le montagne rende la visita al museo ancora più suggestiva, offrendovi la possibilità di esplorare anche i dintorni e di godere della bellezza naturale della regione.

    Perché visitare l’Archibuseum

    Se amate l’architettura o siete semplicemente curiosi di scoprire come siano stati costruiti i villaggi e le case di montagna del Piemonte, l’Archibuseum è una tappa irrinunciabile. È un luogo che ispira e invita alla riflessione, mostrando come l’arte del costruire abbia saputo evolversi nel tempo pur mantenendo un legame profondo con il territorio. Una visita all’Archibuseum è un viaggio nella storia dell’architettura e un omaggio al genio umano, capace di creare strutture resistenti e armoniose anche nelle condizioni più avverse.

     

    Alla prossima!

  • Le Case Grotta di Mombarone: un incredibile tuffo nel passato tra storia e natura

    Le Case Grotta di Mombarone, situate nella località Carie, a pochi chilometri da Asti, sono un tesoro nascosto che racconta una storia affascinante. Sono scavate nella pietra arenaria e  furono utilizzate fino al Novecento dagli abitanti locali per sfruttare il fresco naturale delle grotte. Oggi queste case sono state restaurate e sono visitabili, offrendo uno spaccato di vita rurale piemontese che resiste al passare del tempo.

    La storia delle Case Grotta

    Le Case Grotta di Mombarone risalgono a diversi secoli fa e furono costruite per rispondere alle esigenze degli abitanti di questa zona collinare, dove il clima era ideale per conservare la freschezza durante l’estate e il calore in inverno. La particolarità di queste case è che erano completamente integrate nella natura, con pareti di tufo che offrivano protezione dagli agenti atmosferici.

    Nel 1999, grazie all’intervento dell’associazione locale “Quattro Passi a Nord Ovest”, le Case Grotta sono state riportate alla luce e restaurate. Oggi è possibile visitarle liberamente, ammirando gli interni arredati con attrezzi e suppellettili d’epoca che raccontano la vita quotidiana di chi vi abitava.

    ingresso grotta
    interno grotta dettaglio

    Cosa vedere alle Case Grotta

    Il percorso per raggiungere le Case Grotta è ben segnalato e immerso nella natura. Una volta giunti sul posto si possono visitare diversi ambienti, tra cui le stanze interne, le cantine (i famosi “crutin”) e la cisterna per la raccolta dell’acqua piovana. Inoltre, lungo il tragitto sono presenti pannelli esplicativi che raccontano la storia e l’architettura di queste abitazioni straordinarie.

    Uno degli elementi più interessanti è la Locanda delle Case Grotta, dove i viandanti potevano fermarsi per riposare e trovare ristoro. La locanda è stata anch’essa restaurata, con la camera da letto ancora arredata, offrendo uno spaccato autentico di un’epoca passata.

    Come raggiungere le Case Grotta di Mombarone

    Le Case Grotta di Mombarone sono facilmente raggiungibili da Asti, seguendo le indicazioni per Montechiaro d’Asti. Una volta arrivati nel paese di Mombarone, si può parcheggiare nei pressi della chiesetta di Sant’Andrea Corsini e seguire il sentiero che conduce alle grotte. Il percorso è adatto anche a famiglie e bambini, rendendolo una meta perfetta per una gita all’insegna della storia e della natura.

    Perché visitare le Case Grotta

    Visitare le Case Grotta di Mombarone è un’esperienza unica che combina natura, storia e cultura. Questo luogo rappresenta una testimonianza viva della capacità dell’uomo di adattarsi al territorio, sfruttando le risorse naturali a suo favore. Perfette per una gita fuori porta, le case grotta offrono un affascinante tuffo nel passato, arricchito da un’atmosfera magica e suggestiva.

    Andateci, non ve ne pentirete!

    Alla prossima!

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    grotta di mombarone

  • Fiera del Bue Grasso a Carrù: tanta roba! …in tutti i sensi

    Il 12 dicembre 2024, a Carrù, il protagonista indiscusso, maestoso ed imponente sarà il Bue Grasso, simbolo della razza piemontese considerata, ad oggi, una razza bovina di assoluta eccellenza, conosciuta in tutto il mondo per la qualità della carne.

    Un bovino di eccellenza

    È un bovino adulto dal manto bianco, che viene castrato entro gli otto mesi di età per favorire l’aumento di peso dell’animale, che può superare abbondantemente la tonnellata e che assume la denominazione di bue solo dopo i quattro anni di vita.

    La sua alimentazione deve essere a base di prodotti naturali, somministrati preferibilmente a secco: fieno, mais, crusca, soia, fave, orzo, sono i principali componenti della sua dieta, che può essere arricchita da una parte integrativa minerale e vitaminica. Non manca tuttavia chi completa ulteriormente questo tipo di alimentazione con uova o altri prodotti.

    È molto importante che l’animale ingrassi lentamente e in modo equilibrato, così che possa raggiungere la sua completa maturazione in tempi che coincidano con il massimo della sua bellezza. Risultato difficile, che può essere raggiunto solo da mani esperte di allevatori di grande capacità e di profonda competenza.

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    Una carne di qualità eccezionale

    Il frutto di questo difficile lavoro è una carne di qualità eccezionale, pigmentata di grasso, di gusto intenso e di assoluta morbidezza, inconfondibile al palato per la sua squisitezza.

    Un premio speciale viene assegnato al Bue più pesante, che raggiunge cioè il peso più elevato in assoluto, indipendentemente dalla categoria di appartenenza (che sono tre).

    Si tratta di animali imponenti, dalle dimensioni davvero colossali, che possono anche superare i 1.400 chilogrammi di peso!

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    Museo: la casa della Piemontese

    A Carrù, patria per antonomasia della razza bovina Piemontese, si trova un museo unico nel suo genere, interamente dedicato a questi magnifici animali, dove si possono vedere le suggestive ricostruzioni di una vecchia stalla e di altri momenti di vita contadina. Numerosi supporti multimediali illustrano compiutamente la storia di questa razza, mostrando le diverse tecniche di allevamento antiche e moderne, e molto altro.

    La struttura dispone inoltre di uno spazio dove è possibile partecipare a degustazioni guidate che permettono di assaggiare questa carne unica al mondo per le sue qualità e anche a riconoscere i tagli della carne, nonché le sue modalità di preparazione e di consumo.

    È una visita interessante, assolutamente consigliata se volete approfondire le vostre conoscenze.

    La storia: si parte dal Medioevo

    Il documento più antico è un decreto di Jolanda di Francia, tutrice del Duca di Savoia Filiberto I°, risalente al 7 aprile 1473, che autorizzava mercati bisettimanali “in opulento loco Carruci”. Con un decreto del 1635, il Duca Vittorio Amedeo I° concesse alla comunità di tenere una fiera annuale della durata di tre giorni, da farsi ricadere dopo la festa di S. Carlo (4 novembre). Il 15 dicembre 1910, per contrastare la scarsità di animali da macello e mettere un freno al forte aumento dei prezzi della carne, ebbe luogo la prima edizione dell’attuale Fiera del Bue grasso, promossa dall’Amministrazione Comunale su proposta del Comizio Agrario di Mondovì, con la dichiarata finalità di incrementare la produzione zootecnica e di favorire il consumo di carne anche fra le classi meno agiate della popolazione.

    L’augurio o, come si direbbe oggi, l’obiettivo da raggiungere, è formulato con chiarezza nei documenti ufficiali dell’epoca: “una bella affermazione di quanto possa ottenersi per quantità e qualità di carne dalla razza bovina piemontese sottoposta a razionale ingrassamento”.

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    la storia medioevo fiera bue

    Un successo dichiarato

    Fu un successo fin dalla prima edizione: 2100 capi bovini, 200 suini, 500 ovini ed un migliaio di capi di pollame. Lo scopo era raggiunto: Carrù si affermò fin da quell’anno come un importante centro di eccellenza per la qualità degli animali, dando vita ad un mercato molto promettente sotto l’aspetto economico.

    La Fiera continuò negli anni seguenti con successo crescente, con qualche comprensibile difficoltà durante gli anni di guerra e con la sola sospensione nell’inverno del 1944.

    Oggi costituisce un evento di grande richiamo, indissolubilmente legato ad una tradizione che ha profonde radici in questa terra e che ha saputo mantenere intatti il fascino e la suggestione di allora.

    tucao bastone
    la storia medioevo fiera bue 1

    Il “Tucau” e il suo bastone

    Quando il trasporto degli animali non era ancora effettuato con gli automezzi il percorso dalle stalle di provenienza alla Fiera si svolgeva semplicemente a piedi. Incaricati di questi spostamenti, del tutto simili a quelli che ancora oggi possiamo vedere in qualche zona di montagna, erano i tucai, persone necessariamente consapevoli del valore intrinseco dell’animale, delle sue condizioni, dei sacrifici e dei costi richiesti dal suo allevamento.

    Sovente erano i proprietari stessi dei capi, coadiuvati da loro dipendenti di fiducia.

    Unico ed essenziale strumento di lavoro del tucau, che doveva indirizzare l’animale e cadenzarne il passo in modo corretto, era il suo caratteristico bastone.

    Fatto di legno di castagno incurvato ad arte con l’aiuto di fuoco ed acqua, aveva manico e stelo sottili e si ingrossava progressivamente verso la punta che veniva opportunamente arrotondata. Il bastone non era fatto per colpire, ma per guidare ed era utilizzato come una sorta di redine, appoggiandolo al muso dell’animale se ne regolava il ritmo di marcia.

    Con una leggera pressione della punta nel sottopancia e nella coscia, i tucai più esperti erano in grado di stabilire qualità e consistenza della massa muscolare di un capo e di stabilirne così il valore. Nel tempo, questo particolare bastone è diventato uno dei simboli della Fiera del bue grasso di Carrù. La Pro Loco Carruccese, su idea di Carlo Rinaldi e grazie all’impegno del suo presidente Gino Nasari, ha voluto far rivivere questo simbolo attraverso una originale iniziativa.

    Il perpetrarsi della tradizione

    Ogni anno ne vengono fatti realizzare, da artigiani locali, 100 esemplari, che vengono poi venduti durante la Fiera, presso il Palatenda, sede degli eventi gastronomici, al prezzo di 40 € ciascuno. Sullo stelo viene apposta una targhetta metallica di partecipazione all’evento e il nome dell’acquirente viene registrato in un albo di partecipazione.

    Negli anni successivi, presentando il bastone, viene apposta sullo stelo la relativa targhetta di partecipazione. Chissà se uno di questi 100 andrà a voi!

    Ricapitolando, la Fiera del Bue Grasso di Carrù è un evento dedicato agli amanti della buona cucina e delle tradizioni agricole piemontesi. Qui, potrai assistere alla premiazione dei migliori capi di bestiame e degustare il famoso bollito misto, preparato secondo la tradizione locale. Questo evento è l’occasione perfetta per scoprire la cultura contadina del Piemonte e assaporare piatti autentici.

    Che tu sia un appassionato di enogastronomia, un amante della storia o semplicemente in cerca di esperienze genuine, il Piemonte ha qualcosa di speciale da offrire in ogni stagione.

    Alla prossima!

  • Autunno in Piemonte: le 4 sagre e fiere che valgono un viaggio!

    Il Piemonte è una regione ricca di storia, cultura e tradizioni enogastronomiche. Perché non pianificare un viaggio o un week end tra settembre e dicembre? Scoprirete delle sagre e delle fiere veramente affascinanti!

    Questi eventi vi daranno l’opportunità di vivere la cultura locale e gustare i prodotti del territorio, il vostro viaggio sarà indimenticabile!!

    Sagra dell'uva e del vino a Caluso, l’Erbaluce

    Dall’11 al 16 settembre a Caluso troviamo questa che unisce la goliardia dei rioni e frazioni del paese all’eccellenza vitivinicola del territorio ed è una celebrazione dedicata al vino Erbaluce, eccellente prodotto tipico di questa zona. L’evento offre degustazioni, visite guidate alle cantine e una serie di attività legate alla tradizione vitivinicola piemontese. È l’ideale se siete appassionati di vino!

    sagre palio
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    Palio di Asti, squillano le trombe!

    Il primo Settembre 2024 possiamo fare un salto al Palio di Asti che anima la fine dell’estate della deliziosa città del Piemonte e affonda le sue radici nel lontano Medioevo (le prime notizie risalgono al 1275, anno in cui Guglielmo Ventura, un cronista locale, riporta che gli astigiani corsero il Palio per dileggio sotto le mura della nemica città di Alba).

     

    Alla corsa partecipano 20 rioni con i propri cavalli, ma questo è solo l’ultimo atto di giorni di festa, di colori e di gastronomia (che in Piemonte non manca mai!). E’ una manifestazione veramente suggestiva, e ne parlo a livello nazionale!

    Troverete il mercatino in Piazza Alfieri, le cene propiziatrici dove non mancheranno antiche ricette medioevali e gli sbandieratori!!

    La città di Asti rivivrà le antiche atmosfere medievali tra sventolar di bandiere, squillar di trombe e, ovviamente, la consegna del drappo al vincitore!

    Fiera del Rapulè a Calosso, i crotin a portata di mano

    Dal 18 al 20 di ottobre 2024 troviamo questa fiera che è ormai diventata un appuntamento immancabile dell’autunno.
La manifestazione trae ispirazione dal nome dell’antica e tradizionalissima pratica della vendemmia dei grappoli tardivi, detti nel dialetto locale Rapulin ‘d San Martin.
A far da cornice alle degustazioni la magnifica atmosfera dei crotin, antiche cantine scavate nel tufo che giacciono sotto la maggior parte delle abitazioni del centro storico.
    È un’occasione unica per vivere l’atmosfera autentica delle Langhe durante la stagione della raccolta dell’uva.

    fiera del rapule calosso
    tartufo bianco alba

    Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d'Alba: un tesoro gastronomico

    1. Anche se ampiamente descritto in uno dei blog precedenti, non può mancare almeno una ulteriore menzione di questa fiera internazionale che si terrà dal 12 ottobre all’8 dicembre 2024, uno degli eventi più prestigiosi a livello internazionale, dedicata al tartufo bianco di Alba. Include mercati, aste, showcooking con chef stellati e numerose attività culturali. È una tappa obbligata per voi, amanti del tartufo e della buona cucina.Queste Fiere ve le consiglio vivamente, ma rimanete aggiornati sul prossimo blog! Vi parlerò di una chicca in maniera veramente approfondita e che non potrà che farvi impazzire i neuroni e le papille gustative!Alla prossima!

  • L’Alta Langa e Bossolasco, gioielli del Piemonte

    Scopri il paradiso nascosto del Piemonte: l’Alta Langa e Bossolasco, gioielli nascosti del Piemonte, un viaggio tra natura, cultura e sapori autentici come non li hai mai visti!

    L’incantevole regione dell’Alta Langa e il pittoresco villaggio di Bossolasco conosciuti per la loro bellezza naturale e la ricca tradizione culturale nel cuore del Piemonte.

    Hai mai sognato un luogo dove la natura si intreccia con la storia e dove ogni angolo racconta un racconto antico? Benvenuto nell’incantevole Alta Langa e nel pittoresco paese di Bossolasco, due autentiche gemme del Piemonte pronte a sorprenderti con la loro bellezza incontaminata e tradizioni senza tempo. Preparati a vivere paesaggi mozzafiato ricoperti di vigneti e nocciole, degustare vini pregiati e a scoprire i segreti di borghi che sembrano usciti da un racconto fiabesco.

    Questa zona offre un mix unico di natura incontaminata, arte, storia e gastronomia.

    Tra tutto questo spicca Bossolasco, conosciuto anche come “Perla delle Langhe” o il “Paese delle rose”.

    L’Alta Langa: un tesoro da esplorare - la meraviglia dei paesaggi

    L’Alta Langa, con le sue colline dolci e vigneti rigogliosi, offre panorami che catturano il cuore. Immagina passeggiate tra noccioleti profumati, sentieri che costeggiano piccoli ruscelli e vedute mozzafiato da punti panoramici nascosti. Questa regione non è solo natura incontaminata, ma anche autenticità pura: ogni borgo ha una storia da raccontare, una tradizione da condividere e un fascino tutto da scoprire; paesini come Monforte d’Alba, Serralunga d’Alba, Grinzane Cavour, Castiglione Falletto ed anche Murazzano vi incanteranno con i loro piccoli borghi, prodotti esclusivamente locali, castelli e case finemente restaurate.

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    paesaggi alta langa bossolasco

    La ricca storia e la vibrante cultura dell'Alta Langa e di Bossolasco, dove il passato e il presente si fondono in un'esperienza unica.

    L’Alta Langa non è famosa solo per i suoi paesaggi ma anche per una storia densa di eventi che hanno modellato la regione. Bossolasco, con le sue chiese medievali e le case in pietra, racconta storie di secoli passati. La regione è un crogiolo di tradizioni culturali, festività locali e un’arte culinaria che rispecchia la ricchezza della terra.

    Cosa vedere e fare in Alta Langa e Bossolasco

    Pianifica la tua visita in Alta Langa e Bossolasco con la nostra guida alle principali attrazioni e attività imperdibili.

    Dalle escursioni tra le colline a passeggiate nei vigneti, l’Alta Langa offre numerose attività per gli amanti della natura e del buon vino.  Bossolasco, conosciuto come il “Paese delle Rose”, è una delle perle più preziose dell’Alta Langa. In primavera i suoi giardini fioriti esplodono in una sinfonia di colori, creando un’atmosfera magica e senza tempo. Passeggiando tra le sue vie acciottolate, potrai ammirare case in pietra ricoperte da rose rampicanti e balconi fioriti che incantano ogni visitatore. Non perdere i tanti eventi culturali e festival che animano il borgo, come la celebre Festa della Rosa, un’occasione unica per immergersi nelle tradizioni locali.

    Sono molte le attività che puoi fare:

    – Trekking tra le colline: avventurati lungo sentieri che si snodano tra vigneti e noccioleti, godendo di panorami unici sul paesaggio piemontese.

    – Degustazioni di vino: visita le storiche cantine di Barolo e Monforte d’Alba, dove puoi assaporare vini eccellenti abbinati a prodotti locali.

    – Esplorazione di borghi medievali: scopri luoghi incantevoli come Serralunga d’Alba, Grinzane Cavour e Murazzano, ognuno con una storia e un’architettura affascinante.

    – Tour culturali: visita il Castello di Grinzane, il Museo del Vino a Barolo e altri siti storici che narrano la ricca storia delle Langhe.

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    I sapori dell'Alta Langa

    1. Un viaggio gastronomico tra tradizione e innovazione, i sapori unici dell’Alta Langa, dove la gastronomia rispecchia la diversità e la ricchezza del territorio.

      L’Alta Langa è celebre per i suoi prodotti enogastronomici di eccellenza, come i formaggi d’alpeggio, i tartufi e i vini prestigiosi e offre un’esperienza culinaria che combina ricette tradizionali con innovazioni contemporanee, creando piatti che deliziano il palato.

      Fatti incantare dalla cucina del Ristorante Iride a Roddino: lo chef Isaia riesce a far convivere i prodotti locali con delle incredibili contaminazioni in maniera eccelsa!

      Anche una puntatina alla Locanda del Bivio ad Albaretto Torre non è per nulla male. Qua la tradizione pura viene messa in scena e nel piatto dallo chef Massimo.

      Se vuoi cenare con un castello alle spalle e interminabili distese di vigna di fronte, non puoi perderti la “Cantina comunale di Castiglione Falletto”: anche se la stagione non permettesse di mangiare all’aperto, l’interno del locale è notevole! Un muro di vini sarà il tuo terzo ospite al tavolo.

      Lo chef stellato Pasquale di “Borgo Sant’Anna” a Monforte non ha bisogno di presentazioni. Lascialo fare e gustati il momento.

    Il fascino inesauribile dell'Alta Langa e Bossolasco

    Lasciati incantare dall’Alta Langa e da Bossolasco, destinazioni che promettono un’esperienza indimenticabile tra natura, cultura e gastronomia.

    L’Alta Langa e Bossolasco non sono semplici mete turistiche, ma esperienze da vivere intensamente. Se cerchi un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, dove la natura abbraccia la storia e ogni angolo nasconde un segreto, l’Alta Langa è la tua prossima destinazione.

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  • Scopri cosa vedere a Bossolasco, il paese delle rose dell’Alta Langa

    Scopri cosa vedere a Bossolasco, il paese delle rose dell’Alta Langa

    Bossolasco è un bellissimo borgo arroccato sulle alte cime dell’Alta Langa a circa 800 metri di altezza. L’Alta Langa, come già approfondito in altri articoli, è quella parte di Langa che si trova a oltre i 500 metri d’altezza tra le valli Belbo e Bormida ed è molto apprezzata per i suoi suggestivi scenari. Qui, infatti, oltre a trovare i filari di vite dell’ormai conosciuto Alta Langa metodo classico, si incontrano panorami montani con boschi e valli.
    Sono proprio queste le caratteristiche che hanno fatto diventare Bossolasco un paese vocato al turismo naturalistico e a tutti quelli che hanno bisogno di ritagliarsi uno spazio di relax.

    La sua storia

    Molti pensano che un centro abitato esistesse già in epoca romana con il nome di Buxale ad Belbum (luogo ricoperto di boschi di bossi vicino al Belbo). In età medievale il nome si trasformò in Buzzolasco  e comparve in un documento ufficiale, per la prima volta, nel 1077. All’epoca era compreso nei latifondi della famiglia Del Vasto.
    Passò poi in eredità ai Marchesi del Carretto che trasformarono Bossolasco in un centro molto importante a livello commerciale ed anche strategico e, nel ‘300 costruirono un castello e un’imponente cinta muraria per finire con l’istituzione di un marchesato.
    Nel 1735 Bossolasco passò al Duca Carlo Emanuele III di Savoia che riunì tutto il Piemonte sotto la sua corona. Le sorti di Bossolasco e della famiglia Savoia furono così unite (tranne per la parentesi Napoleonica) fino alla Seconda Guerra Mondiale.

    Nel secondo dopoguerra, grazie ad alcuni pittori torinesi che vi trovavano la tranquillità e l’ispirazione artistica che non riuscivano ad avere nella metropoli, tra cui Francesco Menzio ed Enrico Paolucci, iniziò la sua storia turistica. Da quegli anni la fama di Bossolasco è aumentata, soprattutto tra i turisti stranieri del nord Europa che sempre più animano le sue strade.

    bossolasco centro citta
    pittori bossolasco

    La Chiesa di San Giovanni: storia e architettura gotica

    La Chiesa di San Giovanni si trova nella parte più alta del borgo e si nota facilmente per il suo campanile che svetta alto sui tetti; campanile che è l’unica parte della chiesa originaria del medioevo poiché la chiesa, durante il passare dei secoli, venne ricostruita e anche ampliata molte volte. Nel 1927 abbiamo l’ultima ricostruzione ed il prete dell’epoca decise di mantenere lo stile gotico-lombardo, fece utilizzare esclusivamente pietre dal Torrente Belbo e si tolse lo sfizio di far elevare il campanile di qualche metro.
    Al suo interno, molto suggestivo, troverete le tre navate con le volte a crociera decorate in modo superbo mentre nell’abside e nel presbiterio potrete vedere gli affreschi di Ovidio Fonti nel tipico stile del ‘400

    L’Angelo dell’Alta Langa: un simbolo di coraggio

    Di fianco alla Chiesa di San Giovanni potrete ammirare l’Angelo dell’Alta Langa, una creazione di Daniele Cazzato, che è velocemente diventato uno dei simboli di Bossolasco. Per questa imponente opera l’artista si è ispirato alla storia degli abitanti che, nel secondo conflitto mondiale accolse e nascose un gruppo di ebrei in fuga.
    Questo emozionante angelo stringe con un’ala le persone perseguitate e con l’altra, tesa in avanti, protegge dalle minacce esterne.
    Andatelo a vedere, non perdetevelo! Vi sentirete come se foste abbracciati dalla mamma o da una nonna!

    chiesa san giovanni bossolasco
    angelo alta langa bossolasco

    Centro Storico: rose e passione

    Il centro storico di Bossolasco si sviluppa lungo la cresta di un colle con case curatissime in pietra locale. La via principale, Via Umberto I, è una distesa di mille e mille varietà e colori di rose che rendono questo piccolo paese un gioiello, il più bello dell’area.
    Le rose sono realmente un filo conduttore e in Viale della Rimembranza, ai bordi del centro storico, troverete il Parco delle Rose Rare e Antiche. Questo è un viale alberato in cui sono coltivate rose di varietà molto particolari che vi avvolgeranno con i loro colori e i loro profumi.

    Palazzi e insegne storiche

    Nel centro storico andate a vedere il Palazzo Balestrino dei Marchesi del Carretto, detto anche “Palazzone” per la sua mole imponente. Fu costruito nel ‘600 come dimora dei marchesi e andò a sostituire il vecchio castello che, a causa delle molte guerre, era andato distrutto. Pensate che era, ed è, talmente grande che fu utilizzato anche come tribunale, carcere, scuola e asilo.
    Il Palazzo Comunale, invece, è stato ricavato da un’antica chiesa sconsacrata che i Bossolaschesi avevano costruito per far fede ad un voto alla Madonna durante la peste del 1630. Al suo interno, nella Sala Consiliare, sono esposte alcune Insegne Storiche dipinte dai pittori che nel dopoguerra risiedevano a Bossolasco: espressero così il loro affetto e il loro riconoscimento per il borgo che li aveva accolti! Realizzando le insegne per le botteghe.
    Il Comune, nel tempo, decise di proteggerle dalle intemperie per preservare quel ricordo prezioso ma, per continuare a renderle visibili ai visitatori, ne ha realizzato delle fedeli copie che potrete vedere lungo il muraglione della via principale.

    insegne storiche bossolasco
    centro storico bossolasco

    Gli itinerari naturalistici: sentieri panoramici e storia tra boschi e colline

    Bossolasco è una meta perfetta per chi vuole passare qualche giorno immerso nella natura!
    Sono stati segnati alcuni Itinerari Naturalistici ad anello che vi permettono di scoprire le zone più interessanti e panoramiche vicine al borgo.

    Dalla Circonvallazione Bauzano partono il Sentiero Biancospino (passeggerete lungo l’antica strada romana che collegava Bossolasco alla Valle Belbo) e il Sentiero Orchidea che vi porterà attraverso un incantevole bosco dove troverete le grotte nelle quali si nascondevano i partigiani e la Torretta del Casino.
    Dalla Località Fontana Azzurra inizia il Sentiero Rosa Canina lungo cui si possono ammirare molte fonti sorgive e raggiungere la Cappella di Santa Maria degli Angeli.
    Dal Colle della Resistenza parte il Sentiero Papavero Rosso che si caratterizza per la presenza di orchidee selvatiche e cespugli di ginestra. Di qui parte anche il Sentiero Primula che ha un percorso più corto, ma con le stesse caratteristiche.
    Dalla Località Bicocca hanno origine il Sentiero Ginestra e il Sentiero Pervinca: sul primo passeggerete lungo la cresta del colle della Bicocca e ammirerete uno splendido panorama della Valle Belbo con le Alpi sullo sfondo; il secondo, invece, vi farà immergere nei luoghi più incontaminati del territorio bossolaschese tra cui, sicuramente, il Lago Verde che nasce dal Torrente Belbo e dove potrete fare anche dei pic-nic!

    Siete pronti a scoprire Bossolasco e a vivere un’esperienza indimenticabile tra rose profumate e panorami mozzafiato? Pianifica ora il tuo viaggio e lasciati incantare dalla magia dell’Alta Langa!

    Alla prossima!

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